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Acrilonitrile: perché ora è «cancerogeno certo» e quanti lavoratori italiani sono coinvolti

Ultimo aggiornamento di Redazione il

L’acrilonitrile è un monomero impiegato nella produzione di fibre sintetiche, resine, gomme e plastiche presenti in componenti automobilistici, elettronica, arredamento e rivestimenti industriali.

L’esposizione avviene per inalazione e contatto cutaneo e può causare sintomi acuti – cefalea, vomito, irritazione delle vie respiratorie – e patologie croniche come tumori di polmone, vescica e sistema nervoso centrale (vedi fonti).

Nuova classificazione IARC e conferma NTP

Nel 2024 l’International Agency for Research on Cancer (IARC) ha inserito l’acrilonitrile nel “Gruppo 1 – cancerogeno per l’uomo”, citando prove sufficienti di tumori polmonari e vescicali nei lavoratori esposti.

Già il National Toxicology Program statunitense lo aveva incluso nel 15° Report on Carcinogens (2021) tra le sostanze cancerogene confermate.

I numeri INAIL: 11.888 lavoratori potenzialmente esposti

Il registro SIREP (Sistema Informativo Registri di Esposizione Professionale, aggiornamento al 31 dicembre 2023) stima 11.888 addetti esposti ad acrilonitrile, l’82% dei quali uomini.

I settori più a rischio (Ateco 2007)

Codice Settore Lavoratori stimati*
20.16.0 Materie plastiche in forme primarie 4 304
20.60.0 Fibre sintetiche e artificiali 1 603
20.59.4 Prodotti chimici vari 1 550
20.14.0 Prodotti chimici organici di base 1 327
39.00.0 Risanamento e gestione rifiuti 1 204
71.20.1 Collaudi e analisi tecnica 1 136
20.59.6 Ausiliari per tessili e cuoio 764

*Il 72 % degli esposti opera nel Nord-Ovest, 14 % nel Nord-Est, 11 % al Centro e 3 % tra Sud e Isole.

Il confronto europeo

Studi CAREX (un sistema informativo internazionale sulle esposizioni professionali a cancerogeni noti e sospetti, realizzato con il supporto del programma “L’Europa contro il cancro” dell’Unione Europea) e revisioni dell’Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro indicano tra 10.000 e 33.000 lavoratori esposti all’acrilonitrile nell’Unione europea, un range coerente con i dati italiani rapportati a popolazione e tessuto produttivo.

Limiti di esposizione: cosa cambia dal 5 aprile 2026

Il d.lgs. 135/2024 (recepimento della direttiva UE 2022/431) stabilisce nuovi valori limite d’esposizione professionale (VLEP) da applicare entro il 5 aprile 2026:

  • 0,45 ppm (1 mg/m³) media ponderata su 8 h
  • 1,8 ppm (4 mg/m³) per esposizioni di breve durata

Strategie di prevenzione raccomandate

  • Controlli tecnici: cicli chiusi di processo, cappe aspiranti, monitoraggio continuo delle concentrazioni.
  • DPI adeguati: utilizzo di guanti in nitrile e respiratori con filtri A-B-EK o aria compressa se si superano i valori limite di esposizione professionale.
  • Biomonitoraggio: analisi di cianuro o 2-cianoetil-valina nel sangue, come previsto da INAIL e direttiva UE.
  • Formazione mirata: rischi, procedure di emergenza, uso corretto dei DPI.

Conclusioni

Il factsheet INAIL 2025 mostra che quasi 12.000 lavoratori italiani sono tuttora esposti ad acrilonitrile, soprattutto nei comparti delle plastiche e delle fibre sintetiche.

Alla luce della nuova classificazione IARC e dei VLEP più severi, diventano essenziali il potenziamento dei controlli ingegneristici, la sorveglianza sanitaria e una formazione capillare per trasformare i dati epidemiologici in prevenzione concreta.

Fonti e basi di dati

  • Fonte principale: INAIL – Factsheet “Stima dei lavoratori potenzialmente esposti ad acrilonitrile”, maggio 2025 (PDF)
  • IARC – Monograph “1,3-butadiene, ethylene oxide and acrylonitrile”, 2024
  • National Toxicology Program – 15th Report on Carcinogens, 2021 (PDF)
  • Direttiva UE 2022/431 e d.lgs. 135/2024, Allegato XLIII D.Lgs 81/2008 (link)
  • CAREX Europe Database v2, esposizione professionale ad acrilonitrile

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Crediti immagine di copertina: foto di kp yamu Jayanath da Pixabay. Modificata (ritagliata, degradata e ridimensionata). Concessa con licenza originaria Pixabay. Immagine di repertorio.

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