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Tumore del colon di origine professionale in Italia dal 2020 al 2024 nei dati Inail
Nell’ultima rilevazione dati INAIL al 30 aprile 2025 sono 145 i casi di tumore del colon di origine professionale in Italia negli ultimi cinque anni dal 2020 al 2024 (classificazione ICD-10: C18).
Tumore del colon di origine professionale in Italia per regione (dati Inail 2020-2024)
Il predominio della Puglia (48 casi, 33%) e della Campania (25 casi, 17%) riflette la presenza storica nella zona di poli industriali e portuali rilevanti nelle rispettive aree.
Oltre all’amianto, si registrava l’utilizzo e la produzione di PCB, solventi clorurati e oli minerali: sostanze che, se inalate o ingerite e successivamente deglutite, possono raggiungere il colon.
Il terzo posto del Lazio (13 casi, 9%) è verosimilmente legato al traffico marittimo e alla raffinazione di idrocarburi lungo la costa, nonché alla presenza di grandi strutture sanitarie nella capitale, dove il personale tecnico può essere stato esposto a radiazioni ionizzanti.
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- Puglia (48 casi, 33,1%)
- Campania (25 casi, 17,24%)
- Lazio (13 casi, 8,97%)
- Sardegna (11 casi, 7,59%)
- Toscana (10 casi, 6,9%)
- Sicilia (6 casi, 4,14%)
- Veneto (6 casi, 4,14%)
- Emilia Romagna (5 casi, 3,45%)
- Umbria (5 casi, 3,45%)
- Piemonte (4 casi, 2,76%)
- Marche (3 casi, 2,07%)
- Calabria (2 casi, 1,38%)
- Liguria (2 casi, 1,38%)
- Lombardia (2 casi, 1,38%)
- Abruzzo (1 caso, 0,69%)
- Basilicata (1 caso, 0,69%)
- Friuli‑Venezia Giulia (1 caso, 0,69%)
Tumore del colon di origine professionale in Italia per provincia (dati Inail 2020-2024)
La provincia di Taranto, con 35 casi, rappresenta quasi un quarto del totale: in questa area, numerosi lavoratori sono stati esposti per decenni a polveri di coke, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e amianto, agenti sospettati di contribuire alla carcinogenesi intestinale tramite ingestione di particelle.
Napoli segue con 24 casi, in un contesto che combina attività cantieristica e movimentazione di rifiuti industriali.
Roma (8 casi) riflette la concentrazione di servizi ospedalieri e infrastrutture pubbliche.
La distribuzione tra Brindisi, Lecce e Bari suggerisce l’esistenza di un corridoio industriale e portuale ad elevata pressione ambientale.
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- Taranto (35 casi, 24,14%)
- Napoli (24 casi, 16,55%)
- Roma (8 casi, 5,52%)
- Brindisi (5 casi, 3,45%)
- Venezia (4 casi, 2,76%)
- Terni (4 casi, 2,76%)
- Lecce (4 casi, 2,76%)
- Nuoro (3 casi, 2,07%)
- Torino (3 casi, 2,07%)
- Frosinone (3 casi, 2,07%)
- Bologna (3 casi, 2,07%)
- Pisa (3 casi, 2,07%)
- Bari (3 casi, 2,07%)
- Arezzo (3 casi, 2,07%)
- Sassari (3 casi, 2,07%)
- Ancona (2 casi, 1,38%)
- Oristano (2 casi, 1,38%)
- Sud Sardegna (2 casi, 1,38%)
- Verona (2 casi, 1,38%)
- Livorno (2 casi, 1,38%)
- Palermo (2 casi, 1,38%)
- Lucca (2 casi, 1,38%)
- Messina (2 casi, 1,38%)
- Reggio Calabria (2 casi, 1,38%)
- Catania (1 caso, 0,69%)
- Ragusa (1 caso, 0,69%)
- Rieti (1 caso, 0,69%)
- Bergamo (1 caso, 0,69%)
- Perugia (1 caso, 0,69%)
- Asti (1 caso, 0,69%)
- Chieti (1 caso, 0,69%)
- Ravenna (1 caso, 0,69%)
- Latina (1 caso, 0,69%)
- La Spezia (1 caso, 0,69%)
- Matera (1 caso, 0,69%)
- Reggio Emilia (1 caso, 0,69%)
- Benevento (1 caso, 0,69%)
- Cagliari (1 caso, 0,69%)
- Pesaro (1 caso, 0,69%)
- Genova (1 caso, 0,69%)
- Gorizia (1 caso, 0,69%)
- Foggia (1 caso, 0,69%)
- Milano (1 caso, 0,69%)
Tumore del colon di origine professionale in Italia per categoria di attività (dati Inail 2020-2024)
Il 97% dei casi è riconducibile al comparto industriale, con prevalenza nei settori siderurgico, chimico e logistico-portuale. In tali ambiti si fa uso di sostanze come oli dielettrici, asfalti e solventi clorurati, noti per la loro capacità di bioaccumulo intestinale.
L’assenza di casi riferibili all’agricoltura può indicare che, relativamente al carcinoma del colon, l’esposizione a pesticidi e fertilizzanti non raggiunge i livelli professionali osservati in altri ambiti.
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- Industria: 141 casi (97,24%)
- Enti pubblici: 4 casi (2,76%)
- Agricoltura: 0 casi (0%)
Tumore del colon di origine professionale in Italia(dati Inail 2020-2024). Principali agenti causali
La voce “ancora da determinare” (84%) segnala una quota significativa di dossier incompleti o privi di dati certi. Tuttavia, l’11% dei casi attribuiti all’amianto è coerente con quanto emerso da studi epidemiologici, che indicano un rischio relativo superiore a 1,2 per il carcinoma colorettale tra gli esposti cronici.
I casi associati a radiazioni ionizzanti e solventi alogenati riguardano prevalentemente lavoratori impiegati in ambiti tecnico-impiantistici e sanitari, dove tali agenti possono favorire mutazioni nei geni APC e K-ras a livello intestinale.
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- Ancora da determinare (122 casi, 84,14%)
- Fibre di amianto (16 casi, 11,03%)
- Altri (4 casi, 2,76%)
- Derivati alogenati di idrocarburi eterociclici misti (1 caso, 0,69%)
- Raggi X (1 caso, 0,69%)
- Scarti di prodotti per la manutenzione (1 caso, 0,69%)
Tumore del colon di origine professionale in Italia (dati Inail 2020-2024). Demografia
Il rapporto di 23:1 a favore degli uomini (139 casi contro 6) rispecchia la composizione storica della forza lavoro nei comparti ad alta esposizione, come fonderie, banchine e impianti di trasformazione.
Le poche donne coinvolte risultano per lo più impiegate in ruoli di laboratorio o amministrazione all’interno degli stessi contesti produttivi, dove i livelli di esposizione, pur più contenuti, restano significativi.
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- Uomini: 139 (95,86%)
- Donne: 6 (4,14%)
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