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Risarcimento per danni da amianto

Prima dell’entrata in vigore della Legge 257/1992, l’amianto ha avuto larghissimo impiego in Italia nel contesto di moltissimi siti industriali e dei servizi, sia privati che pubblici:

  • nell’edilizia;
  • nella produzione e gestione dei materiali rotabili ferroviari;
  • nella cantierstica navale;
  • nelle strutture pubbliche (scuola, università);
  • nell’industria automobilistica, tessile, petrolchimica, meccanica, energetica, mineraria.

In molti casi, prima del 1992, il datore di lavoro non ha correttamente provveduto alle dovute tutele della salute del lavoratore sul luogo di lavoro.

Per questo un risarcimento per i danni da amianto causati ai lavoratori ed ai loro familiari può essere ottenuto, anche a distanza di tanti anni, da parte del datore di lavoro.

I lavoratori esposti all’amianto

I lavoratori esposti all’amianto sono ancora oggi soggetti al rischio di contrarre gravissime patologie quali

Se il contatto è avvenuto sul luogo di lavoro, in modo continuato, e senza che il datore di lavoro abbia messo in sicurezza l’ambiente (cosa assai comune prima della Legge 257/1992 del 1992), la persona che ha contratto la malattia da esposizione all’amianto e/o i suoi familiari hanno diritto ad un risarcimento danni per malattia professionale da parte del datore di lavoro.

Tale risarcimento danni è dovuto sia per il danno patrimoniale che per il danno non patrimoniale.

Il risarcimento per malattia contratta da esposizione all’amianto è un diritto che si prescrive in dieci anni dalla conoscenza del danno, una volta appurata tale esposizione quale causa eziologica alla base dell’insorgere della malattia.

Gran parte dei siti produttivi infatti avrebbero dovuto essere bonificati, come stabilito dalla Legge 257/1992, nei primi anni ’90. Tuttavia e in parte ciò è avvenuto solo progressivamente nel tempo e in alcuni casi esistono ancora delle criticità.

Inoltre le malattie quali il mesotelioma, l’asbestosi e le altre malattie asbesto collegate sono patologie dalla latenza molto lunga e possono manifestarsi anche dopo 40 anni dal momento e/o dal periodo dell’esposizione.

Tuttavia è ancora possibile agire per ottenere un risarcimento per danni da amianto.

Esposizione indiretta all’amianto e mesotelioma familiare

Un indennizzo può essere ottenuto anche per le patologie insorte per esposizione indiretta all’amianto (per il mesotelioma non professionale è previsto anche un indennizzo una tantum dall’INAIL).

A tale esposizione sono state sottoposte soprattutto le madri e le mogli di lavoratori quotidianamente a contatto con l’amianto nei luoghi di lavoro.

È stato infatti dimostrato come in molti siti e industrie fosse prassi comune per il lavoratore far lavare e riparare le tute da lavoro a casa. In questo modo i lavoratori introducevano inconsapevolmente la fibra letale nei luoghi domestici.

Attraverso la dimostrazione di tale nesso causale è possibile ottenere il risarcimento del danno dall’azienda datrice di lavoro anche per i familiari.

Requisiti per poter ottenere un indennizzo o risarcimento per danni da amianto.

In molti casi purtroppo è difficile ottenere un risarcimento per molteplici motivazioni che vanno dalla prescrizione del termine per agire alla difficoltà di individuare il soggetto responsabile dell’esposizione tossica.

I fattori importanti di cui tenere conto e da valutare prima di intraprendere un’un’azione legale per ottenere il risarcimento dei danni patiti in conseguenza di una malattia professionale sono:

  • agire tempestivamente e comunque non far scadere il termine di prescrizione. Questo è di dieci anni dal momento in cui si stabilisce il nesso causale tra la patologia e la sua origine professionale ;
  • l’attuale esistenza e solvibilità dell’azienda in cui il lavoratore sia stato occupato, anche se fusa per unione o incorporazione;
  • la disponibilità di documentazione che dimostri la presenza di amianto all’interno del luogo di lavoro al tempo dell’esposizione del lavoratore (per esempio nelle coibentazioni degli ambienti di lavoro, nelle attrezzature, nei materiali). È necessario dimostrare che il soggetto vi era esposto nelle funzioni alle quali era adibito. Tali prove possono essere costituite da testimonianze (si veda a tal proposito la testimonianza di B. F., ex operaio saldatore presso i cantieri navali Breda di Porto Marghera), documenti scritti e/o fotografici, indagini delle ASL, inchieste giornalistiche, precedenti provvedimenti di pubblica autorità.
  • l’omissione da parte dell’azienda delle corrette tutele di sicurezza: come per esempio quella dei necessari dispositivi di protezione individuale, obbligatori per legge.

Le malattie professionali causate dall’amianto

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e l’INAIL riconoscono le seguenti patologie come correlate all’esposizione all’amianto (asbesto):

Esistono tuttavia altre patologie che sono state riconosciute a limitata probabilità e possibilità di essere originate dall’esposizione all’amianto:

  • tumore della faringe;
  • tumore dello stomaco;
  • cancro del colon retto;
  • tumore dell’esofago.

Le spese legali degli avvocati di Risarcimento Malattie Professionali

I legali di Risarcimento Malattie Professionali non chiedono nessun compenso per la valutazione del vostro casoalcun anticipo per la presa in carico e l’attività professionale svolta in via stragiudiziale o giudiziale.

Il compenso loro dovuto sarà, dunque, corrisposto solo ed esclusivamente in caso di risarcimento per danni da amianto ottenuto e nella misura pattuita con il cliente al momento della stipula del contratto. Il cliente sceglierà l’avvocato cui affidare il mandato tra quelli proposti contestualmente alla stipula del contratto.

Nel caso in cui non sia raggiunto un accordo stragiudiziale tra le parti o non si ottenga una sentenza favorevole, i nostri legali non dovranno essere compensati dal cliente.

Il percorso legale ed il risarcimento per danni da amianto

Il risarcimento per danni da amianto del lavoratore e dei suoi familiari può essere ottenuto attraverso un percorso giudiziale, cioè attraverso una causa civile di fronte ad un  Tribunale.

Esiste tuttavia anche l’alternativa di

  • intraprendere una causa penale costituendosi parte civile;
  • tentare il percorso stragiudiziale.

La procedura stragiudiziale è una alternativa che consente al cliente di arrivare ad una conclusione rapida del contenzioso per mezzo di un accordo.

Attraverso una procedura di conciliazione infatti, le due parti, il lavoratore ed i suoi familiari e il datore di lavoro, trovano un ‘accordo’ economico di carattere risarcitorio.

Quantificare il risarcimento per il danno non patrimoniale nelle malattie asbesto correlate

L’importo dell’indennizzo per il danno non patrimoniale (biologico, morale ed esistenziale) e patrimoniale varia dipendentemente dalle conseguenze della patologia (compresa la morte), dall’invalidità permanente acquisita, dall’età dell’ammalato, dal numero di familiari conviventi e non conviventi.

Si tratta comunque di cifre molto alte, che in sede giudiziale possono superare anche il milione di euro.

Le Tabelle del danno non patrimoniale del Tribunale di Milano sono un ottimo strumento per la quantificazione del danno e del possibile risarcimento

Non esistendo alcun modo per restituire la salute alle persone ingiustamente lese e la serenità alle famiglie che devono affrontare tante sofferenze, attraverso il denaro si cerca di ‘compensare’ un danno difficilmente quantificabile, perché la salute è un bene primario ed inalienabile riconosciuto e garantito ai cittadini anche dalla Costituzione.

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