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Rendita ai superstiti per mesotelioma riconosciuta a Roma

Ultimo aggiornamento di Redazione il

In breve

  • Oltre 30 anni dopo il bando del 1992, l’amianto continua a causare malattie professionali gravi come il mesotelioma pleurico.
  • In un recente caso a Roma è stato riconosciuto il nesso lavoro–malattia per un manutentore deceduto dopo decenni di esposizione.
  • La famiglia ha ottenuto: rendita ai superstiti, €99.298,04 di ratei arretrati e €10.050 dal Fondo Vittime Amianto (totale: oltre €100.000).
  • Molti aventi diritto scoprono tardi di poter chiedere indennizzi e rendite: fondamentale raccogliere prove e farsi assistere.

Amianto: perché se ne parla ancora

L’uso dell’amianto è vietato in Italia dal 1992, ma gli effetti sanitari non sono finiti: patologie come il mesotelioma hanno lunghi tempi di latenza e possono manifestarsi a distanza di decenni. Ex lavoratori e familiari possono tuttora far valere diritti previdenziali e risarcitori.

Il caso di Roma: malattia professionale riconosciuta

Un manutentore, impiegato per anni in attività a contatto con materiali contenenti amianto (tra cui la pulizia di cavi isolati con amianto), è deceduto per mesotelioma pleurico. La famiglia, assistita da un patronato e da professionisti medico-legali e legali, ha ottenuto il riconoscimento integrale della malattia professionale.

In un primo momento l’istanza era stata respinta. Successivamente, grazie a documentazione tecnica e ricerche ambientali che attestavano l’uso di materiali con amianto nell’azienda, l’ente assicurativo ha riconosciuto i diritti prima del dibattimento.

Cosa ha ottenuto la famiglia

  • Rendita mensile ai superstiti (Inail).
  • Ratei arretrati per €99.298,04.
  • Somma aggiuntiva di €10.050 dal Fondo Vittime Amianto.

Oltre al valore economico, il provvedimento rappresenta un riconoscimento di giustizia e dignità verso chi ha perso la vita a causa del lavoro.

Perché questo caso è importante

  • Dimostra che, anche a distanza di molti anni, è possibile ricostruire il nesso causale tra esposizione lavorativa e malattia.
  • Evidenzia l’importanza di un percorso assistito per superare eventuali dinieghi iniziali.
  • Ricorda a lavoratori ed eredi che rendite e indennizzi possono essere richiesti quando ci sono i presupposti.

Chi potrebbe avere diritto a rendite o indennizzi

  • Ex lavoratori che hanno svolto mansioni con possibile esposizione ad amianto (manutenzione, edilizia, trasporti, industria).
  • I familiari superstiti di lavoratori deceduti per mesotelioma o patologie asbesto-correlate.
  • Chi è stato esposto indirettamente (es. contatto domestico con indumenti contaminati), da valutare caso per caso.

Come muoversi: la checklist pratica

  1. Raccogliere documenti: contratti, buste paga, mansioni, cartelle cliniche e referti.
  2. Recuperare prove tecniche: foto, manuali, SDS, testimonianze, perizie ambientali.
  3. Valutazione medico-legale: diagnosi, anamnesi lavorativa, stima dell’esposizione.
  4. Presentare domanda all’ente assicurativo e al Fondo Vittime Amianto.
  5. In caso di rigetto: proporre revisione o azione giudiziaria con supporto legale.

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Consiglio: farsi seguire da patronati o professionisti esperti accelera e rafforza l’iter.

Fonti e rassegna stampa

La notizia è stata diffusa da diversi portali di notizie online. Per un approfondimento si consiglia di leggere in particolare l’articolo della redazione di su inca.it del 16 ottobre 2025 e l’articolo della redazione di collettiva.it del 10 ottobre 2025.

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Crediti immagine: foto di Sora Shimazaki da Pexels. Modificata (ritagliata e ridimensionata). Concessa in uso con licenza originaria.

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