Ultimo aggiornamento di Redazione il
In breve
- Oltre 30 anni dopo il bando del 1992, l’amianto continua a causare malattie professionali gravi come il mesotelioma pleurico.
- In un recente caso a Roma è stato riconosciuto il nesso lavoro–malattia per un manutentore deceduto dopo decenni di esposizione.
- La famiglia ha ottenuto: rendita ai superstiti, €99.298,04 di ratei arretrati e €10.050 dal Fondo Vittime Amianto (totale: oltre €100.000).
- Molti aventi diritto scoprono tardi di poter chiedere indennizzi e rendite: fondamentale raccogliere prove e farsi assistere.
Amianto: perché se ne parla ancora
L’uso dell’amianto è vietato in Italia dal 1992, ma gli effetti sanitari non sono finiti: patologie come il mesotelioma hanno lunghi tempi di latenza e possono manifestarsi a distanza di decenni. Ex lavoratori e familiari possono tuttora far valere diritti previdenziali e risarcitori.
Il caso di Roma: malattia professionale riconosciuta
Un manutentore, impiegato per anni in attività a contatto con materiali contenenti amianto (tra cui la pulizia di cavi isolati con amianto), è deceduto per mesotelioma pleurico. La famiglia, assistita da un patronato e da professionisti medico-legali e legali, ha ottenuto il riconoscimento integrale della malattia professionale.
Rapporto INAIL: malattie professionali da amianto in Italia: trend 2020–2024, tipologie ICD-10, territori, settori produttivi e rendite 2024 (2/10/2025). Leggi di più.In un primo momento l’istanza era stata respinta. Successivamente, grazie a documentazione tecnica e ricerche ambientali che attestavano l’uso di materiali con amianto nell’azienda, l’ente assicurativo ha riconosciuto i diritti prima del dibattimento.
Cosa ha ottenuto la famiglia
- Rendita mensile ai superstiti (Inail).
- Ratei arretrati per €99.298,04.
- Somma aggiuntiva di €10.050 dal Fondo Vittime Amianto.
Oltre al valore economico, il provvedimento rappresenta un riconoscimento di giustizia e dignità verso chi ha perso la vita a causa del lavoro.
Perché questo caso è importante
- Dimostra che, anche a distanza di molti anni, è possibile ricostruire il nesso causale tra esposizione lavorativa e malattia.
- Evidenzia l’importanza di un percorso assistito per superare eventuali dinieghi iniziali.
- Ricorda a lavoratori ed eredi che rendite e indennizzi possono essere richiesti quando ci sono i presupposti.
Chi potrebbe avere diritto a rendite o indennizzi
- Ex lavoratori che hanno svolto mansioni con possibile esposizione ad amianto (manutenzione, edilizia, trasporti, industria).
- I familiari superstiti di lavoratori deceduti per mesotelioma o patologie asbesto-correlate.
- Chi è stato esposto indirettamente (es. contatto domestico con indumenti contaminati), da valutare caso per caso.
Come muoversi: la checklist pratica
- Raccogliere documenti: contratti, buste paga, mansioni, cartelle cliniche e referti.
- Recuperare prove tecniche: foto, manuali, SDS, testimonianze, perizie ambientali.
- Valutazione medico-legale: diagnosi, anamnesi lavorativa, stima dell’esposizione.
- Presentare domanda all’ente assicurativo e al Fondo Vittime Amianto.
- In caso di rigetto: proporre revisione o azione giudiziaria con supporto legale.
Consiglio: farsi seguire da patronati o professionisti esperti accelera e rafforza l’iter.
Fonti e rassegna stampa
La notizia è stata diffusa da diversi portali di notizie online. Per un approfondimento si consiglia di leggere in particolare l’articolo della redazione di su inca.it del 16 ottobre 2025 e l’articolo della redazione di collettiva.it del 10 ottobre 2025.
Altri articoli collegati
Ti potrebbero interessare anche questi articoli:
Crediti immagine: foto di Sora Shimazaki da Pexels. Modificata (ritagliata e ridimensionata). Concessa in uso con licenza originaria.












Commenta per primo