La Corte di Cassazione ha assolto i quattro dirigenti e manager dell'ex Alfa Romeo di Arese accusati di responsabilità in merito alla morte per patologie da amianto di quindici lavoratori.
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Lo stabilimento dell’Alfa Romeo di Arese è stato uno dei siti produttivi più grandi della casa automobilistica milanese.
Lo stabilimento è stato attivo fra il 1963 ed il 2005.
Al 2017 risale il processo penale che ha visto alcuni manager dell’Alfa Romeo e della Lancia chiamati a rispondere di omicidio colposo per la morte di operai ammalatisi di forme tumorali.
L’accusa ha sostenuto che tali malattie fossero state provocate dall’aerodispersione della fibra killer nell’ambiente di lavoro prima della messa al bando dell’amianto con Legge 257 del 1992.
I manager sono stati tuttavia assolti per l’impossibilità, ogni ragionevole dubbio, di stabilire il nesso causale fra esposizione al’asbesto e l’insorgere delle patologie, su tutte il mesotelioma.
Inoltre impossibile anche accertare l’attribuzione delle singole responsabilità per la difficoltà di individuare una esatta eziologia temporale delle patologie.
Erano circa una quindicina gli ex dipendenti Fiat, Alfa e Lancia deceduti di malattie da asbesto per presunta esposizione ad amianto sul luogo di lavoro.
La Corte di Appello di Milano ha confermato l'assoluzione di primo grado degli ex vertici e manager di Fiat, Alfa Romeo e Lancia per le morti da amianto all'Alfa di Arese.
La Cassazione conferma le assoluzioni per i dirigenti imputati di omicidio colposo a processo penale per le morti da amianto alla ex Centrale Enel di Turbigo. Da rifare invece il processo civile.



