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La Cassazione ha annullato, per gli aspetti civilistici, la sentenza d’appello nei confronti di tre dirigenti della Centrale ex Enel di Turbigo – Milano. I dirigenti erano stati chiamati in giudizio per otto casi di morti da amianto di lavoratori esposti nella sede industriale milanese.
Oggetto del nuovo processo sarà la dimostrazione del nesso causale fra l’esposizione, avvenuta prima della messa al bando della fibra killer all’inizio degli anni ’90 (con la Legge n. 257 del 1992), e l’insorgere della malattia professionale.
L’accusa e la sentenza della corte per le morti da amianto
Si tratta di una vittoria a metà, poiché se è vero che si rifarà il processo di Appello, contrariamente a quanto avvenuto in ripetute sentenze recenti, tutte assolutorie; il nuovo giudizio riguarderà solo l’eventuale risarcimento dei familiari di alcuni dei lavoratori deceduti per mesotelioma pleurico, una delle patologie più gravi correlate all’amianto.
Nella requisitoria di Appello infatti il procuratore generale aveva chiesto 5 anni e mezzo per un dirigente, prima direttore di compartimento e poi direttore generale dell’Enel, e 4 anni per un altro dirigente, a capo della Centrale di Turbigo fra 1l 1984 ed il 1982.
L’accusa era di non aver provveduto alle necessarie tutele per la salute dei lavoratori. Infatti la notorietà del pericolo dell’esposizione alle polveri d’asbesto è nota fin dall’inizio del secolo.
Le assoluzioni penali sono state tuttavia confermate. Si tratta di una prassi comune ormai. È difficile infatti stabilire, per la patologia in questione, una eziologia riconducibile ad una data precisa e dunque ad una responsabilità personale. Si resta tuttavia in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza.
“È una sentenza storica e unica nel suo genere che arriva dopo interminabili anni di atti giudiziari e battaglie. Finalmente si rende dignità e giustizia ai lavoratori ‘uccisi’ dall’amianto respirato per anni in azienda, in assenza di adeguate misure di tutela e sicurezza”
Così hanno commentato in una nota il presidente nazionale di AIEA (Associazione Italiana Esposti Amianto) e il segretario nazionale di Medicina Democratica (Movimento di Lotta per la Salute), che hanno promosso il ricorso attraverso il proprio avvocato.
Non solo Turbigo: gli altri processi penali per le morti da amianto.
Non si procederà dunque ad un nuovo processo per i capi di imputazione penale, come già successo per i processi milanesi alla Pirelli ed alla Franco Tosi Ansaldo di Legnano.
Dopo l’estate arriveranno altre sentenze della Corte d’Appello di Milano. Ancora in corso infatti i processi penali nei confronti dei dirigenti dell’Alfa Romeo di Arese e della ex Breda-Ansaldo.
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