Ultimo aggiornamento di Redazione il
Torino, 21 marzo 2025. Dopo un procedimento lungo dieci anni, si è conclusa in Tribunale la vicenda giudiziaria relativa alle morti causate dall’esposizione all’amianto nelle officine delle ex OGR di Torino che ha visto coinvolto un medico consulente responsabile della sorveglianza sanitaria di molti lavoratori.
Introduzione
Il processo è stato incentrato sull’accusa secondo cui il medico, insieme a capi officina e dirigenti ormai defunti, non avrebbe adottato le misure di prevenzione necessarie contro l’inalazione delle fibre di amianto.

In particolare l’uomo era accusato di omicidio colposo e lesioni gravi per non aver effettuato regolari controlli medici e per non aver collaborato nell’adozione di misure preventive durante gli anni ’70 e ’80.
Secondo l’accusa, il mancato adempimento dei doveri di tutela della salute dei lavoratori avrebbe contribuito alle gravi conseguenze dell’esposizione all’amianto, che ha provocato la comparsa di mesotelioma pleurico e altre patologie mortali in numerosi dipendenti delle officine ferroviarie.
La sentenza e il verdetto
Nel corso dell’ultima udienza a Palazzo di Giustizia, il tribunale di Torino ha emesso il verdetto:
- Condanna per omicidio colposo: il medico consulente è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione per il decesso di nove lavoratori.
- Esiti diversificati per altri casi: per altri sei decessi il giudice ha assolto l’imputato, ritenendo che «non ha commesso il fatto», mentre per un ulteriore decesso si è stabilito che «il fatto non sussiste».
- Mancato procedere per lesioni colpose: le accuse relative a lesioni gravi sono state dichiarate prescritte.
- Risarcimento a INAIL: il medico dovrà altresì rimborsare all’INAIL quasi 700 mila euro.
Nella precedente udienza, la pubblica accusa aveva richiesto una pena superiore, attestata a tre anni e due mesi, evidenziando così la complessità e la lunghezza del percorso giudiziario.
Contesto storico e impatto dell’amianto nelle OGR
Le officine delle ex OGR di Torino furono teatro di un grave disastro sanitario: prima del 1992, in particolare negli anni ’70 e ’80, le OGR furono stabilimento di manutenzione di veicoli ferroviari dove numerosi lavoratori vennero esposti alle fibre di amianto, con conseguenti diagnosi fatali, a distanza di decenni, di mesotelioma pleurico e altre patologie correlate.
La sostanza, nota per i suoi effetti cancerogeni, ha colpito anche artigiani, meccanici, elettricisti e altri dipendenti impegnati nelle attività di manutenzione e produzione ferroviaria.
Negli anni ’90 il complesso, originariamente noto come “padiglione ad H” e oggi chiamato OGR, fu abbandonato e rischiò la demolizione, ipotesi poi evitata.
Successivamente, parte dell’area è stata impiegata per importanti mostre tematiche in occasione del 150º anniversario dell’Unità d’Italia.
Il progetto di recupero, insignito nel 2015 del Premio Urbanistica per la qualità degli spazi pubblici, ha visto l’inaugurazione della prima fase il 30 settembre 2017 con l’evento “Big Bang”, che ha attratto 100.000 visitatori e ospitato artisti di fama internazionale.
Il complesso sarà riaperto integralmente nell’estate del 2019, continuando ad accogliere eventi culturali e mostre in ambito artistico ed educativo.
Fonti e rassegna stampa
La notizia è stata diffusa da numerosi portali di notizie online. Per un approfondimento si consiglia di leggere in particolare l’articolo di F. G. su torinocronaca.it e l’articolo di A. B. su La Stampa di Torino entrambi del 21 marzo 2025.
Altri articoli collegati
Ti potrebbero interessare anche questi articoli:
Crediti immagine di copertina: foto di Bruno Charlier da Pexels. Modificata (ritagliata, degradata e ridimensionata). Concessa con licenza originaria Pexels. Immagine di repertorio, non correlata agli argomenti dell’articolo.
Commenta per primo