La Corte d’Appello di Firenze ha respinto il ricorso in sede civile dei legali rappresentanti di una nota industria chimica di Rosignano (in provincia di Livorno) avverso al risarcimento del danno per decesso da malattia professionale (tumore polmonare) di un ex dipendente operaio tubista e calderaio nello stabilimento toscano dell’industria chimica.
L’uomo aveva lavorato per oltre un ventennio nello stabilimento venendo a contatto con vari cancerogeni (secondo la sentenza di primo grado).
Nel 2010, a distanza di ancora quasi venti anni dal pensionamento, avvenuto nel 1993, il lavoratore si era ammalato di tumore del polmone, malattia che l’avrebbe condotto alla morte in breve tempo e che, il Tribunale, in primo grado, ha riconosciuto come di origine professionale.
Con questa nuova sentenza, oltre al riconoscimento di merito della presenza di amianto nello stabilimento e del nesso causale, il Tribunale ha integrato il risarcimento alla famiglia, la vedova e il figlio, con circa altre 120mila euro da aggiungersi ai 570mila già ottenuti in primo grado.
I dati delle malattie professionali nell’industria chimica: asbestosi, mesotelioma, tumore polmonare
Secondo i dati del rapporto MalProf, recentemente pubblicato da Inail, i tumori asbesto-correlati e in generale le malattie dell’apparato respiratorio nel biennio 2019-2020 in Italia, nel settore chimico, registrano delle criticità soprattutto nell’ambito dell’attività della fabbricazione di prodotti chimici (Ateco 2007, C20) per quanto riguarda:
- asbestosi: 34 casi (5%); 32 uomini (4.7%), 2 donne (15.4%)
- tumori maligni della pleura e del peritoneo: 31 casi (2.9%); 29 uomini (3.1%), 2 donne (1.5%)
- tumori maligni dell’apparato respiratorio: 26 casi (5%); 26 uomini (5.1%), 0 donne (0%)
Per quanto riguarda invece l’arco temporale più ampio delle malattie professionali che va dal 2010 al 2019 (dati Inail e Federchimica) i tumori professionali nel settore dell’industria chimica sono stati 126 (15.9%) a fronte di 156 casi di malattie del sistema respiratorio (19.7%).
Il VII Rapporto del Registro Nazionale dei Mesoteliomi, pubblicato nel dicembre 2021, che riporta il numero di casi di mesotelioma certo, probabile o possibile segnalati al ReNaM per settore di attività fra il 1993 ed il 2018 situa il settore chimico al decimo posto fra le attività produttive con il maggior numero di casi, al 3.3% (727 su 22.091).
Numero di casi di mesotelioma certo, probabile o possibile segnalati al ReNaM per settore di attività fra il 1993 ed il 2018
Il settore della chimica si colloca dunque fra i primi 10 comparti per numero di insorgenze di mesotelioma di origine professionale in Italia a partire dal 1993 e fino al 2018:
- edilizia: 16.2% del totale della casistica (3.574 casi)
- metalmeccanica: 8.8% (1.944 casi)
- attività dei cantieri navali sia di costruzione che di riparazione e manutenzione: 7.4% (1.622 casi)
- settore tessile: 6.3% (1.401 casi)
- attività di fabbricazione di prodotti in metallo: 5.7% (1.251 casi)
- produzione, riparazione e manutenzione degli autoveicoli (e motoveicoli): 4.7% (1.039 casi)
- difesa militare: 4.4% (982 casi)
- metallurgia: 4% (884 casi)
- trasporti terrestri e aerei: 3.9% (852 casi)
- industria chimica e delle materie plastiche: 3.3% (727 casi)
- rotabili ferroviari: 3.2% (696 casi)
Fonti e rassegna stampa
La notizia è stata diffusa da varie testate giornalistiche online. Per un approfondimento si leggano in particolare gli articoli della redazione di agroline.it e di quella di firenzetoday.it del 15 giugno 2023.
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