Pisa, 4 dicembre 2024: una sentenza del Tribunale di Pisa ha stabilito un’importante responsabilità condannando l’Azienda Sanitaria della Toscana (Nord Ovest, ex USL 6) a risarcire con circa 26mila euro il familiare di un lavoratore deceduto a causa di un tumore polmonare indotto dall’esposizione all’amianto presso una industria chimica nel comune di Livorno.
La mancata diagnosi
Alla base della condanna c’è il mancato riconoscimento tempestivo della patologia. La vittima, un lavoratore con un’anamnesi che indicava chiaramente un’esposizione professionale all’amianto, aveva iniziato a manifestare sintomi preoccupanti nell’estate del 2010.
Tuttavia, il medico curante ha inizialmente prescritto un trattamento antibiotico, ritardando gli accertamenti diagnostici necessari. Solo grazie a esami eseguiti privatamente si è arrivati alla diagnosi di tumore al polmone, purtroppo in una fase troppo avanzata per essere curato con successo.
Secondo il tribunale, il ritardo diagnostico ha compromesso le possibilità di un trattamento efficace, aggravando irrimediabilmente le condizioni del paziente.
La sorveglianza sanitaria: un’occasione mancata
Un elemento centrale della sentenza riguarda la sorveglianza sanitaria. La vittima era stata sottoposta a un controllo nel 2000, in cui la sua esposizione all’amianto era stata ufficialmente registrata, ma successivamente non sono stati programmati ulteriori monitoraggi.
Questa negligenza ha impedito di individuare il tumore in uno stadio precoce, quando le possibilità di cura sarebbero state maggiori.
Il tribunale ha sottolineato come le strutture sanitarie, e in particolare il medico di base, avessero l’obbligo di attuare controlli periodici, considerata la storia lavorativa del paziente.
La responsabilità della struttura sanitaria
La sentenza sottolinea un principio giuridico importante: la responsabilità della struttura sanitaria non viene meno neppure quando il datore di lavoro è già stato condannato per il danno causato dall’esposizione all’amianto.
In un procedimento precedente, infatti, il datore di lavoro della vittima era stato condannato a risarcire i familiari, ma ciò non ha escluso l’ulteriore responsabilità contrattuale dell’azienda sanitaria per il mancato monitoraggio sanitario.
I lavoratori esposti a sostanze tossiche infatti devono ricevere una sorveglianza sanitaria adeguata e continua nel tempo.
Fonti e rassegna stampa
La notizia è stata diffusa da alcuni portali di notizie online. Per un approfondimento si consiglia di leggere in particolare l’articolo della redazione di controradio.it e della redazione di La Nazione, entrambi del del 4 dicembre 2024.
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