La Corte d’Appello di L’Aquila ha emesso una sentenza che obbliga il Ministero a risarcire il figlio di un colonnello dell’esercito italiano, morto a 50 anni dopo essere stato esposto a sostanze cancerogene, fra cui uranio impoverito, durante missioni di guerra.
Il risarcimento include 250mila euro in arretrati e un vitalizio di circa 2.100 euro al mese.
Il colonnello e la sua carriera
Il colonnello, originario di Montesilvano, ha servito come Ufficiale Superiore di Artiglieria e ha partecipato a missioni in aree belliche ad alto rischio, tra cui Sarajevo.
Ha operato nell’ambito di operazioni belliche dove sarebbe stato esposto a condizioni estremamente pericolose, tra cui il fuoco di cecchini e l’uso di munizioni all’uranio impoverito, a particelle di metalli pesanti e fibre di amianto.
Questa prolungata esposizione ha causato una grave contaminazione ambientale e, come stabilito dal Tribunale, ha causato lo sviluppo di un cancro al rene, che ha infine portato alla prematura scomparsa dell’uomo, che lascia dietro di sé una moglie e due figli piccoli.
La battaglia legale
Dopo anni di battaglia legale, il Ministero della Difesa ha riconosciuto la causa di servizio del colonnello, dichiarandolo vittima del dovere e garantendo prestazioni previdenziali alla vedova e a uno dei figli.
Tuttavia, per motivi fiscali, i diritti del figlio orfano sono stati negati fino alla decisione della Corte d’Appello, che ha ribaltato la sentenza di primo grado e riconosciuto il diritto al risarcimento.
Il Ministero non ha presentato ricorso e dunque la sentenza è passata in giudicato.
Gli altri giudizi pendenti
Sono in corso ulteriori procedimenti legali presso il TAR e il Tribunale di L’Aquila per ottenere ulteriori risarcimenti per i danni subiti dalla famiglia, incluso il danno da perdita parentale.
La sentenza rappresenta una vittoria significativa per la famiglia del colonnello e un importante precedente legale per altri casi simili.
La vicenda evidenzia i rischi legati all’esposizione a sostanze pericolose nelle missioni militari e l’importanza di garantire giustizia e supporto alle famiglie delle vittime.
Fonti e rassegna stampa
La notizia è stata diffusa da numerosi portali di notizie online. Per un approfondimento si consiglia di leggere in particolare l’articolo di A. M. su ilCentro e quello della redazione di abruzzolive.it entrambi del 23 agosto 2024.
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