Una recente sentenza del Tribunale di Napoli, confermata dalla Corte d’Appello, ha riconosciuto un risarcimento di oltre 700.000 euro a favore degli eredi di un ex infermiere deceduto per mesotelioma pleurico, una malattia causata dall’esposizione prolungata all’amianto sul posto di lavoro.
Il caso rappresenta un importante precedente per la giurisprudenza italiana in materia di malattie professionali e sicurezza nei luoghi di lavoro in ambito sanitario.
I dettagli del caso: esposizione all’amianto in ambiente ospedaliero
L’infermiere ha lavorato per molti anni in un ospedale di Napoli, dove era esposto regolarmente all’amianto presente in un locale caldaie situato adiacente alla sala sterilizzazione.
La contaminazione dell’aria con fibre di amianto, a cui l’infermiere sarebbe stato esposto quotidianamente, avrebbe portato alla comparsa del mesotelioma pleurico, una forma di tumore particolarmente aggressiva e legata all’inalazione di questa sostanza tossica.
Nonostante la presenza dell’amianto fosse nota e il suo utilizzo fosse stato vietato in Italia dal 1992, la struttura ospedaliera non avrebbe adottato le necessarie misure di bonifica o messa in sicurezza dell’area.
La mancanza di isolamento del locale caldaie e l’assenza di protezioni adeguate hanno esposto il personale sanitario a un rischio continuo, configurando gravi omissioni in materia di sicurezza.
Il ruolo della perizia medico-legale
Un elemento fondamentale del processo è stata la perizia medico-legale, che ha stabilito in modo chiaro il nesso causale tra l’esposizione all’amianto e la malattia che ha portato alla morte dell’infermiere.
L’analisi delle condizioni lavorative e degli ambienti frequentati ha dimostrato come la contaminazione fosse strettamente legata all’attività svolta dall’infermiere.
Grazie a questa perizia, è stato possibile confermare la responsabilità della struttura ospedaliera, determinando il risarcimento agli eredi.
Un precedente importante per la sicurezza sul lavoro
La sentenza del Tribunale di Napoli rappresenta un’importante vittoria non solo per i familiari della vittima, ma anche per la tutela dei lavoratori in Italia.
Questo caso pone l’accento sulla necessità di monitorare e bonificare gli edifici pubblici, in particolare le strutture sanitarie, dove la sicurezza dovrebbe essere una priorità assoluta.
La mancanza di interventi preventivi adeguati ha esposto il personale a rischi evitabili, e questo verdetto stabilisce un precedente che potrebbe influenzare future decisioni giuridiche su malattie professionali causate da esposizioni simili.
La necessità di prevenzione e vigilanza
La decisione ha messo in evidenza l’urgenza di implementare misure preventive rigorose per evitare che episodi come questo possano ripetersi. L’amianto, pur vietato da tempo, continua a rappresentare una minaccia per la salute in molti edifici pubblici e privati.
Il caso dell’infermiere napoletano richiama l’attenzione sull’importanza di una manutenzione continua e di un monitoraggio costante per garantire la sicurezza di tutti i lavoratori esposti a potenziali rischi ambientali.
Fonti e rassegna stampa
La notizia è stata diffusa da numerosi portali di notizie online. Per un approfondimento si consiglia di leggere l’articolo di E. C. su gaeta.it del 20 settembre 2024 e quello della redazione di terranostra.it del 21 settembre 2024.
Altri articoli correlati
Ti potrebbero interessare anche questi articoli:
Crediti immagine: immagine di Cedric Fauntleroy da Pexels. Modificata (ritagliata e ridimensionata). Concessa in uso con licenza originaria Pexels. Immagine di repertorio.
Commenta per primo