Recenti ricerche nel trattamento del cancro stanno mostrando alcuni nuovi risultati, recentemente in uno studio indirizzato ai pazienti con mesotelioma pleurico non epitelioide.
Lo studio, denominato ATOMIC-Meso, ha esaminato l’efficacia della combinazione di un nuovo farmaco, pegargiminasi (ADI-PEG20), con la chemioterapia standard.
In questo articolo spieghiamo i risultati principali di questo studio, il funzionamento della pegargiminasi e cosa potrebbero significare per il trattamento del mesotelioma.
Cos’è la pegargiminasi e come funziona
Pegargiminasi è un enzima che scompone l’arginina, un amminoacido essenziale per la crescita di alcuni tumori, inclusi i tumori del mesotelio come il mesotelioma pleurico non epitelioide.
Questi tumori non possono produrre arginina da soli e quindi dipendono dall’arginina presente nel corpo.
Pegargiminasi riduce la quantità di arginina disponibile, “affamando” il tumore e impedendogli di crescere.
Panoramica dello studio ATOMIC-Meso
Lo studio ATOMIC-Meso (ADI-PEG20 Targeting of Malignancies Induces Cytotoxicity-Mesothelioma), condotto da P. W. S. e colleghi del Center for Cancer Biomarkers and Biotherapeutics, Barts Cancer Institute, Queen Mary University of London, è stato pubblicato su JAMA Oncology.
È stato uno studio clinico di fase 2-3 che ha coinvolto 249 pazienti con mesotelioma pleurico non epitelioide in 43 centri in tutto il mondo.
Obiettivi e metodologia
L’obiettivo principale dello studio era valutare se la combinazione di pegargiminasi e chemioterapia potesse migliorare la sopravvivenza complessiva dei pazienti rispetto alla sola chemioterapia.
I pazienti sono stati divisi casualmente in due gruppi: uno riceveva pegargiminasi una volta alla settimana e l’altro un placebo (una sostanza senza effetti terapeutici).
Tutti i pazienti hanno ricevuto anche due farmaci chemioterapici: pemetrexed e un farmaco a base di platino (cisplatino o carboplatino) ogni tre settimane, per un massimo di sei cicli, lacosiddetta terapia standard.
Risultati dello studio
- Sopravvivenza Complessiva (OS): I pazienti che hanno ricevuto pegargiminasi e chemioterapia hanno vissuto in media 9,3 mesi, mentre quelli che hanno ricevuto solo la chemioterapia e il placebo hanno vissuto in media 7,7 mesi. Questo significa che la combinazione con pegargiminasi ha migliorato la sopravvivenza (HR 0,71; IC al 95%: 0,55-0,93; P=0,02).
- Sopravvivenza Libera da Progressione (PFS): La sopravvivenza senza peggioramento del cancro è stata di 6,2 mesi con pegargiminasi e chemioterapia, rispetto a 5,6 mesi con solo chemioterapia e placebo (HR 0,65; IC al 95%: 0,46-0,90; P=0,02).
- Effetti Collaterali: Gli effetti collaterali gravi sono stati più comuni nei pazienti che hanno ricevuto pegargiminasi (28,8%) rispetto a quelli che hanno ricevuto il placebo (16,9%). Alcuni pazienti nel gruppo pegargiminasi hanno avuto reazioni allergiche e problemi alla pelle, mentre nessuno nel gruppo placebo ha avuto questi effetti.
La biologia alla base della ricerca
Alcuni tumori, come il mesotelioma pleurico non epitelioide, non sono in grado di produrre un enzima cruciale chiamato ASS1, necessario per il ciclo dell’urea.
Questo ciclo è responsabile di trasformare l’ammoniaca tossica in urea, una sostanza meno dannosa che può essere eliminata dall’organismo attraverso l’urina.
Poiché questi tumori non possono svolgere questa importante funzione, diventano dipendenti dall’arginina per sopravvivere.
La pegargiminasi agisce proprio su questo fronte, decomponendo l’arginina in altre sostanze. Questo priva le cellule tumorali di un nutriente essenziale, rendendole incapaci di sopravvivere e portandole alla morte.
Considerazioni finali e implicazioni per il futuro
È importante notare che il trattamento standard per il mesotelioma pleurico non epitelioide è cambiato dal momento in cui è stato avviato il trial ATOMIC-Meso nel 2017.
Infatti, la combinazione di due immunoterapici, come dimostrato dallo studio CheckMate 743, è stata eletta il trattamento di prima scelta in quanto il miglioramento sulla sopravvivenza è risultato di gran lunga superiore per i pazienti con mesotelioma non epitelioide (18.1 mesi vs 8.8 con chemioterapia standard).
Tuttavia, la ricerca sottolinea come la pegargiminasi rappresenti un progresso importante per i pazienti con mesotelioma non epitelioide resistente alla chemioterapia.
Pegargiminasi potrebbe infatti essere utilizzata in seconda linea di trattamento o come opzione iniziale per pazienti con malattie autoimmuni attive, che non sono adatti all’immunoterapia.
Conclusioni
Lo studio ATOMIC-Meso ha dimostrato che aggiungere pegargiminasi alla chemioterapia standard può migliorare la sopravvivenza dei pazienti con mesotelioma pleurico non epitelioide, offrendo un nuovo approccio terapeutico con un profilo di sicurezza accettabile.
Registrazione dello Studio: Identificativo della sperimentazione e dello studio clinico su ClinicalTrials.gov: NCT02709512.
Altri articoli collegati
Ti potrebbero interessare anche questi articoli:
Crediti immagine di copertina: foto di Tima Miroshnichenko da Pexels. Modificata (ritagliata, degradata e ridimensionata). Concessa con licenza originaria Pexels. Immagine di repertorio.
Disclaimer medico: Risarcimento Malattie Professionali non è un sito web di notizie mediche. Le informazioni riportate sono pubblicate con fine divulgativo, nel modo più accurato possibile, ma potrebbero essere imprecise. Preghiamo di segnalare eventuali errori che saranno immediatamente verificati e corretti. A questo proposito vedi il nostro disclaimer medico.
Commenta per primo