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Radiazioni ionizzanti e tumori professionali

Ultimo aggiornamento di Redazione il

Le radiazioni ionizzanti sono onde elettromagnetiche o particelle subatomiche dotate di una quantità di energia capace di ionizzare la materia e dunque anche i tessuti umani.

La ionizzazione consiste nel conferire una carica elettrica ad atomi o molecole che inizialmente ne erano privi.

Tale rilascio di energia può alterare la struttura chimica delle cellule ed essere causa di neoplasie.

Quali sono le fonti di rischio delle radiazioni ionizzanti

Rientrano fra le radiazioni ionizzanti:

  • Raggi gamma, alpha e beta: sono le radiazioni elettromagnetiche prodotte dal decadimento radioattivo dei nuclei atomici. Possono essere originate sia naturalmente, per esempio dai raggi cosmici che interagiscono con l’atmosfera e nel decadimento dei radionuclidi, che nelle reazioni nucleari causate artificialmente dagli uomini.
  • Raggi X: prodotti da apparecchiature elettroniche utilizzate in particolare in ambito sanitario per diagnostica per immagini ed industriale. Usati anche come radioisotopi e in radioterapia.
  • Radiazioni derivanti da radon: si tratta di un gas radioattivo che si forma dal decadimento dell’uranio naturalmente presente nelle rocce terrestri.
  • Raggi ultravioletti: sono i raggi solari nello spettro ad alta frequenza.

Le radiazioni ionizzanti ed i tumori ad elevata probabilità di origine professionale

Le tabelle INAIL delle malattie professionali, pubblicate contestualmente al Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 10 giugno 2014, individuano, in Lista I Gruppo 6, i seguenti tumori ad elevata probabilità di origine professionale correlati all’esposizione a radiazioni ionizzanti:

  • Tumore del colon-retto.
  • Tumore dell’encefalo.
  • Cancro all’esofago.
  • Tumore delle ghiandole salivari.
  • Cancro alla mammella.
  • Tumore delle ossa.
  • Tumore del polmone.
  • Cancro del rene.
  • Tumori del sistema emolinfopoietico.
  • Tumore dello stomaco.
  • Cancro alla tiroide.
  • Tumore della vescica.

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Le lavorazioni dove è possibile l’esposizione a radiazioni ionizzanti

L’INAIL associa l’esposizione del lavoratore a radiazioni ionizzanti ad una serie di lavorazioni dove è possibile venire a contatto con questo agente cancerogeno:

  • Lavorazioni e trattamenti in strutture sanitarie, assistenziali e per la cura della persona: ospedali, ambulatori, istituti per cure fisiche e fisioterapiche, centri radiologici, laboratori di analisi, centri idrotermali, ospizi, pensionati.
  • Preparazione e manipolazione di prodotti radioattivi nel settore della diagnostica per immagini e dell’industria.
  • Trattamento di combustibili nucleari e smaltimento di rifiuti radioattivi nell’industria dei reattori nucleari.
  • Saldatura e attività correlate.
  • Prospezioni geologiche e minerarie (uranio, radon).
  • Coltivazioni a cielo aperto e in sottosuolo (uranio, radon).
  • Trasporti e attività su aeromobili (cabine di pilotaggio aerei).

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Crediti immagine: foto di Cary Bass / Public domain.

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