A stabilirlo è stata la sentenza del Tribunale di Rieti che ha riconosciuto il nesso causale e dunque l’origine professionale della malattia per un lavoratore di Rieti, impiegato prima come manovale di cantiere stradale e poi come manutentore in un ospedale.
L’uomo si era infatti ammalato di mesotelioma pleurico, uno dei tumori più frequentemente legati all’esposizione ad amianto. Inail tuttavia aveva rifiutato la malattia professionale negando alla vedova anche il diritto alla rendita ai superstiti, una delle prestazioni previste da Inail in caso di decesso per infortunio sul lavoro o per malattia professionale.
Il lavoratore nel 1979 aveva operato quale operaio alla manutenzione delle gallerie autostradali, quando ancora l’amianto era usato come coibentante e insonorizzante nelle superfici di copertura.
Fino al 1993 era poi stato operaio manutentore presso l’ospedale di Rieti, dove, come accertato dal Tribunale, l’amianto sarebbe stato presente nelle pareti, misto alla malta, nei pavimenti in vinil-amianto e anche come materiale isolante sulle tubature di riscaldamento per lavanderia e cucine, per riparare le quali era spesso chiamato ad intervenire.
Dopo aver accertato i fatti il Tribunale di Rieti ha dunque riconosciuto per la vedova il diritto alla rendita au superstiti ed ha inoltre quantificato un indennizzo di circa 200mila euro di arretrati.
Fonti e rassegna stampa
La notizia è stata diffusa da numerose testate giornalistiche online. Per un approfondimento si leggano in particolare gli articoli di R. C. su greenme.it e di V. B. su giornalemio.it del 3 marzo 2023.
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