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Una recente sentenza ha stabilito un risarcimento di un milione di euro per la famiglia di un ex militare, sottocapo nocchiere, deceduto a causa dell’esposizione all’amianto durante il servizio in Marina.

L’uomo, originario della provincia di Caserta, era morto nel 2015 per un mesotelioma pleurico, una grave malattia provocata dall’inalazione continua di fibre d’amianto presenti negli ambienti di lavoro.
Durante cinque anni di servizio, dal 1966 al 1971, era stato imbarcato su diverse unità navali, vivendo e lavorando in ambienti fortemente contaminati dall’amianto.
Le fibre pericolose sarebbero state presenti nei locali motori, nei rivestimenti delle condotte di scarico, nei corridoi e perfino negli alloggi, determinando un’esposizione continua, che ha gravemente compromesso la sua salute.
Nonostante la comprovata pericolosità dell’amianto, l’uomo non aveva ricevuto alcuna protezione individuale o adeguate misure di sicurezza.
Dopo la diagnosi della grave patologia, il militare aveva richiesto il riconoscimento della causa di servizio e dello status di “vittima del dovere”, benefici riconosciuti ufficialmente soltanto dopo il suo decesso nel 2015.
Fonti e rassegna stampa
La notizia è stata diffusa da numerosi portali di notizie online. Per un approfondimento si consiglia di leggere in particolare l’articolo della redazione di rainews.it e quello di F. Q. su Il Fatto Quotidiano, entrambi del 6 marzo 2025.
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Crediti immagine di copertina: foto di Alena Darmel da Pexels. Modificata (ritagliata, degradata e ridimensionata). Concessa con licenza originaria Pexels. Immagine di repertorio.
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