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Sarebbe stato esposto ad amianto ed altri cancerogeni durante il servizio di leva svolto su mezzi corazzati; per questo si sarebbe ammalato di mesotelioma peritoneale e sarebbe poi deceduto.

È quanto stabilito dalla sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Roma in merito al caso di un uomo (deceduto all’età di 71 anni) che aveva svolto servizio nella sede del reggimento bersaglieri di Pordenone dall’ottobre del 1966 al dicembre 1967.
L’attività di servizio del militare si sarebbe svolta su mezzi di trasporto e cingolati con presenza della fibra killer (compresi i guanti e le pezze per la manipolazione delle armi), senza che fossero forniti adeguati dispositivi di protezione individuale.
Ci sarebbe stata anche esposizione a sostanze radioattive quali l’uranio impoverito e il radon.
Inoltre anche coperture e parti strutturali di edifici e annessi della caserma avrebbero presentato parti in amianto.
Già nell’ottobre del 2020 il Ministero aveva dovuto riconosce per l’uomo lo status di vittima del dovere e concedere alla moglie i benefici assistenziali.
Alla vedova spetterà adesso anche un maxi-risarcimento di oltre 500mila euro.
Fonti e rassegna stampa
La notizia è stata riportata da numerose testate giornalistiche online. Per un approfondimento si possono leggere in particolare l’articolo della redazione di Pordenone Today del 18 novembre 2023 e della redazione di politicamentecorretto.com del 19 novembre 2023.
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Crediti immagine di copertina: foto di Pixabay da Pexels. Modificata (ritagliata e ridimensionata). Concessa in uso con licenza originaria Pexels. Immagine di repertorio, non attinenete agli argomenti trattati nell’articolo se non genericamente in quanto rappresenta militari.
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