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I ricercatori della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori in collaborazione con i patologi dell’americano Duke University Medical Center hanno pubblicato un nuovo studio scientifico sulla relazione fra mesotelioma maligno ed esposizione ad asbesto.
L’articolo getta nuova luce sulla pericolosità di una reiterata e continuata esposizione all’amianto.
La ricerca dimostra infatti come ad esposizioni elevate di asbesto corrisponda un maggiore probabilità di ammalarsi in giovane età di mesotelioma maligno.
La scoperta è ‘firmata’ da Tommaso A. Dragani, responsabile dell’Unità di ricerca di Epidemiologia genetica e Farmacogenomica della Fondazione IRCCS, ed è stata recentemente pubblicata sulla rivista Carcinogenesis.
Mesotelioma maligno ed esposizione ad asbesto: un binomio mortale
Il mesotelioma è una neoplasia rara, la cui eziologia è in gran parte riconducibile all’esposizione all’amianto. Può presentarsi in varie forme:
- mesotelioma pleurico;
- mesotelioma pericardico;
- mesotelioma peritoneale;
- mesotelioma della tunica vaginale del testicolo).
La malattia è ben nota in Italia e nel mondo a causa dell’impiego massiccio che è stato fatto dell’amianto quale materiale isolante e coibente in vari settori dell’industria, e non solo, fino agli anni ’90.
In Italia l’estrazione e l’impiego dell’amianto nei siti produttivi sono stati proibiti con Legge 257 del 1992.
Il mesotelioma ha come causa, nell’80% dei casi, proprio l’esposizione pregressa dei lavoratori all’asbesto (amianto).
Poiché il tempo di latenza della malattia può superare i 40 anni dall’esposizione, tantissimi lavoratori, ormai in pensione, muoiono ancora ogni anno per la terribile patologia.
Mesotelioma: le categorie più a rischio
Fra le categorie di lavoratori più a rischio di contrarre la malattia vi sono:
- gli operai del settore ferroviario e dei rotabili;
- i lavoratori dei cantieri navali;
- gli operai del settore edile;
- i vigili del fuoco;
- gli idraulici;
- gli operai degli altiforni;
- gli installatori e i manutentori di impianti a gas;
- gli elettricisti;
- bidelli ed insegnanti (a causa della coibentazione in amianto di edifici ormai vecchi).
Tutte queste categorie di lavoratori possono richiedere il riconoscimento di malattia professionale da parte dell’INAIL. In caso di esito positivo, l’INAIL è tenuta al pagamento una rendita in vita ed ai superstiti.
La studio dell’Istituto Nazionale dei Tumori: l’intensità fattore importante nella relazione fra mesotelioma maligno ed esposizione ad asbesto.
Non c’era finora assoluta certezza sul fatto che la quantità e l’intensità dell’esposizione alla fibra killer avessero una rilevanza in merito non solo all’insorgere del mesotelioma ma anche alla ‘precocità’ del manifestarsi della malattia.
Lo studio ha riguardato 594 pazienti per cui erano disponibili il conteggio di corpi e fibre di asbesto per grammo di tessuto polmonare.
Attraverso indagini statistiche che hanno fatto uso di modelli di regressione, elaborati per le stime di sopravvivenza, gli studiosi hanno messo in relazione alcuni fattori.
Incrociando i dati su età, data della diagnosi, conteggio di corpi e fibre, sesso, localizzazione del tumore, sottotipo istologico, esposizione o meno durante la pubertà, hanno scoperto che:
- per fattori doppi di corpi di asbesto nel tessuto polmonare i pazienti presentavano una probabilità 1.07 volte maggiore di contrarre il mesotelioma in giovane età;
- per fattori doppi di fibre di asbesto nel tessuto polmonare i pazienti presentavano una probabilità 1.13 volte maggiore di contrarre il mesotelioma in giovane età.
In conclusione, lo studio ha dimostrato che l’esposizione continuata e reiterata all’amianto/asbesto aumenta di moltissimo, per fattori di intensità crescente, la probabilità di contrarre la malattia in più giovane età.
Crediti: foto di Drew Hays su Unsplash. Modificata
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