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Nel settembre 2018 è stato pubblicato il VI Rapporto ReNaM (Registro Nazionale dei Mesoteliomi), realizzato da INAIL, a cura del “Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale”.
Il Registro Nazionale dei Mesoteliomi è stato introdotto presso l’ISPESL, Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 308 del 2002.
Le competenze dell’ISPESL sono passate ad INAIL, prima nel contesto dei provvedimenti agli articoli 243 e 244 del Capo II del Titolo IX del Decreto legislativo n. 81 del 2009, con le misure volte alla protezione da agenti cancerogeni e mutageni nel contesto professionale, poi con Decreto Legge n. 78 del 31 maggio 2010.
Il Decreto 308 del 2002 ha introdotto, presso ogni Regione italiana, i COR (Centri Operativi Regionali), strutture deputate alla ricerca attiva dei casi di mesotelioma.
Fra i compiti dei COR ci sono:
- la rilevazione dei casi di mesotelioma;
- l’intervista agli ammalati al fine di verificare la possibile origine professionale della malattia;
- la comunicazione dei dati al ReNaM, il Registro Nazionale dei Mesoteliomi, istituito presso l’INAIL.
I dati del VI Rapporto ReNaM 2018 sui casi di mesotelioma in Italia
Il VI Rapporto ReNaM 2018 riporta i casi di mesotelioma (pleurico, del peritoneo, del pericardio, della tunica vaginale del testicolo) rilevati dai COR in Italia nel periodo 1993-2015.
Il numero totale di casi di mesotelioma in questo lasso temporale di oltre un ventennio ammonta a 27.356, di questi:
- circa il 90% riguarda casi di mesotelioma pleurico;
- i casi di mesotelioma del peritoneo sono 1769, il 6.5%;
- 79 i casi di mesotelioma del testicolo;
- 58 le diagnosi di mesotelioma del pericardio.
Il mesotelioma professionale nei dati del Rapporto ReNaM
Per il 78.2% dei casi di mesotelioma (21.387), riportati dal Registro Nazionale dei Mesoteliomi in Italia dal 1993 al 2015, è stato possibile approfondire le cause di certa o possibile esposizione.
Fra questi:
- il 70% dei mesoteliomi è di origine professionale (certa, probabile, possibile);
- il 4.9% è familiare (dovuta cioè ad esposizione indiretta, per esempio nel caso delle mogli e dei figli di lavoratori esposti all’amianto);
- il 4.4% ambientale (in questo caso si parla di mesotelioma non professionale);
- l’1.5% causati da attività di svago/hobby.
I settori di attività coinvolti nelle esposizioni professionali
I settori di attività maggiormente coinvolti nelle esposizioni ad amianto/asbesto, causa dell’insorgenza del mesotelioma, negli oltre 20.000 casi registrati dal VI Rapporto ReNaM sono i seguenti.
Per uso diretto dell’amianto:
- edilizia: 15.5%;
- industria pesante, in particolare metalmeccanica: 8.6%;
- industria tessile: 6.4%;
- cantieri navali: 6.1%;
- fabbricazione di prodotti in metallo: 4.7%;
- difesa militare: 4.3%;
- metallurgia: 4%;
- rotabili ferroviari: 3.2%;
- industria del cemento-amianto: 3.1%.
Per presenza dell’amianto sul luogo di lavoro:
- produzione, riparazione e manutenzione veicoli: 4.4% (soprattutto per la presenza di amianto nei ferodi dei freni dei veicoli);
- trasporti terrestri: 3.8%;
- industria chimica e materie plastiche: 3.5%;
- altre industrie alimentari: 2%;
- trasporti marittimi: 2%;
- sanità: 1.9%;
- produzione di energia elettrica e gas: 1.6%;
- movimentazione merci nei porti: 1.5%;
- produzione e trattamento della gomma: 1.3%;
- industria del vetro: 1.3%;
- pubblica amministrazione: 1.1%;
- estrazione e raffinerie di petrolio: 1%;
- industria della carta: 0.9%;
- zuccherifici: 0.8%;
- alberghi, bar e ristoranti: 0.6%;
- banche, poste e assicurazioni: 0.5%;
- istruzione: 0.5%.
La latenza del mesotelioma
La mediana della latenza del mesotelioma, per tutti i casi registrati dal ReNaM per il periodo 1993-2015 in Italia, è di 48 anni, con una deviazione standard di 11.4 anni.
Il valore della mediana tende ad aumentare nel tempo. Infatti, nel 1993 era di 42 anni, mentre nel 2015 di 52 anni.
Ciò significa che stanno aumentando i casi dovuti alle esposizioni più remote nel tempo rispetto alle più recenti.
Ciò è spiegabile in considerazione del fatto che l’utilizzo dell’amianto nei settori industriali, professionali e non, è stato proibito con Legge 257 del 1992.
Il risarcimento del danno per gli ammalati di mesotelioma
Le persone che hanno contratto il mesotelioma hanno diritto ad alcune prestazioni economiche risarcitorie.
Infatti tali prestazioni sono dovute dallo Stato sia nel caso di malattia professionale che non professionale.
I lavoratori con copertura assicurativa INAIL, cui sia riconosciuta la malattia professionale:
- hanno diritto all’immediato pensionamento e/o ai benefici contributivi INPS;
- spetta loro la rendita INAIL per malattia professionale (calcolo rendita INAIL);
- possono ottenere un eventuale risarcimento da parte del datore di lavoro in via giudiziale o stragiudiziale qualora questi abbia contravvenuto alle dovute tutele di sicurezza.
Alle persone vittime di mesotelioma non professionale:
- è dovuto il contributo una tantum di 5.600 euro erogato da INAIL, Fondo Vittime Amianto.
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Crediti: foto di andibreit su pixabay.com. Modificata (ritagliata). Concessa e ridistribuita con licenza CC0 Creative Commons. Immagine di repertorio.
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