- le sostanze che causano il linfoma
- HCV e linfoma non-Hodgkin
- il ruolo dell’HIV
- industria della gomma
- le diossine
Il linfoma non-Hodgkin è un tumore maligno del sistema linfatico, parte del sistema immunitario dell’organismo umano.
Colpisce in particolare i linfociti T e B, ovvero i globuli bianchi presenti nella linfa. Essi mutano e si riproducono in modo incontrollato causando la neoplasia o massa tumorale.
La localizzazione più frequente del tumore è nei linfonodi di collo, ascelle, petto, addome, inguine. Tuttavia può originarsi in altra sede: nell’apparato gastro-enterico, nel sistema nervoso centrale, nelle ghiandole esocrine, nella cute, nelle gonadi.
Il linfoma non-Hodgkin è un tumore di possibile origine professionale. Le categorie più a rischio sono medici, infermieri ed operatori sanitari; lavoratori dell’industria della gomma e dei prodotti per l’agricoltura quali erbicidi e fitosanitari.
Fattori di rischio non professionali
Sono stati individuati diversi fattori di rischio per quanto riguarda l’insorgenza del linfoma di tipo non-Hodgkin.
Si tratta di un tumore il cui rischio incrementa con l’età. È più frequente in soggetti di sesso maschile e di etnia asiatica. Ci sono inoltre fattori e mutazioni genetiche correlate alla neoplasia.
Altri fattori di rischio non professionali:
- assunzione di farmaci immunosoppressori;
- celiachia;
- infezioni e virus (HTLV-1, virus di Epstein-Barr, HCV, Helicobacter Pylori);
- precedente chemioterapia e/o radioterapia (rischio basso);
- presenza di malattie del sistema immunitario (come l’AIDS);
- esposizione a sostanze cancerogene (per esempio pesticidi e solventi).
Sostanze cancerogene e professioni che presentano il rischio linfoma non-Hodgkin professionale
Le tabelle INAIL delle malattie professionali riportano nel Gruppo 6 dei tumori professionali gli agenti cancerogeni e le lavorazioni che potrebbero causare nei lavoratori esposti il linfoma non-Hodgkin.
Lista I: origine lavorativa di elevata probabilità
- HCV Epatite C, codice identificativo: I.6.19. C82 (linea cellulare B);
- HIV Tipo I, codice identificativo: I.6.20. C82-C85;
- industria della gomma, codice identificativo: I.6.30. C82-C85 C90;
- 2,3,7,8-tetracloro-dibenzo-para-diossina, codice identificativo: I.6.14. C82-C85.
Lista II: origine lavorativa di limitata probabilità
L’epatite C, malattia professionale possibile causa di linfoma non-Hodgkin
Fra le cause di origine professionale ad elevata probabilità per il linfoma non-Hodgkin (linea cellulare B) è presente nelle Tabelle INAIL il virus dell’epatite C (HCV) (Lista I, Gruppo 6).
L’epatite è una infezione del fegato provocata da un virus denominato HCV (Hepatitis C Virus). La malattia può condurre alla cirrosi epatica.
A rischio di contrarre il virus vi sono operatori sanitari e personale di pubblica sicurezza. Il contagio può avvenire attraverso il contatto col sangue di una persona infetta.
Per evitare il rischio professionale esistono e vanno fatti osservare i protocolli previsti, per esempio nell’ambito delle sale operatorie, di dialisi o nel contesto dell’assistenza domiciliare.
HIV e linfoma non-Hodgkin
Sono ancora gli operatori sanitari i lavoratori a rischio di contrarre, al pari dell’epatite C, il virus dell’HIV, a causa della sua trasmissibilità per via ematica.
Per i vari ordini professionali, quali per esempio chirurghi, odontoiatri e infermieri, sono previste specifiche procedure per prevenire l’infezione. Questa può infatti essere causata da tagli e punture di cannule, aghi, siringhe contaminate con materiale biologico infetto.
L’HIV o sindrome dell’immunodeficienza umana è prevista nelle Tabelle INAIL delle malattie professionali (Lista I, Gruppo 6) quale possibile causa, ad elevata probabilità, del linfoma non-Hodgkin.
Il rischio linfoma nell’industria della gomma
Un elevato rischio di insorgenza di linfoma non-Hodgkin è stato rilevato, già dalla fine degli anni ’90, da numerosi studi di coorte su lavoratori dell’industria della gomma.
Tale lavorazione è inserita nella Lista I, Gruppo 6 delle Tabelle delle Malattie Professionali INAIL ad elevata probabilità.
Le evidenze degli studi riguardavano non solo i linfomi ma anche altri tumori: leucemia, tumori della vescica e del polmone, tumore del pancreas, tumore del cervello.
Oltre alla diretta produzione e lavorazione della gomma (gomma greggia e sintetica), sono comprese nelle attività a rischio la fabbricazione e rigenerazione di pneumatici, nonché la produzione di polimeri termoplastici.
L’agente cancerogeno responsabile della patologia è l’1,3-butadiene componente polimerico utilizzato nella sintesi della gomma.
Linfoma non-Hodgkin ed esposizione a 2,3,7,8-tetracloro-dibenzo-para-diossina (TCDD)
Ci sono evidenze scientifiche che dimostrano come esista un aumentato rischio di linfoma non-Hodgkin, tumore del polmone e sarcoma dei tessuti molli nei lavoratori esposti a 2,3,7,8-tetracloro-dibenzo-para-diossina, anche in rapporto alla dose ed alla durata dell’esposizione.
Utilizzi della diossina
La TCDD è la più pericolosa delle diossine, utilizzata:
- come sottoprodotto nella preparazione del triclorofenolo, sostanza impiegata nella produzione di erbicidi;
- come contaminante chimico;
- nella produzione di battericidi, defolianti, anti-tarme e nei prodotti per il trattamento anti-parassitario del legno;
- per la produzione di polimeri resistenti alla fiamma ed in altri processi di combustione.
Lavorazioni a possibile esposizione
Le lavorazioni che possono essere soggette ad esposizione a 2,3,7,8-tetracloro-dibenzo-para-diossina, presenti negli elenchi INAIL, sono 9:
- preparazione del terreno (agricoltura);
- lavorazioni agricole particolari (per esempio coltivazione in ambiente protetto o serra);
- prodotti chimici organici e inorganici;
- prodotti fitosanitari;
- produzione di polimeri sintetici ed artificiali;
- conservazione e stagionatura artificiale del legname;
- finitura di manufatti in legno;
- produzione, lavorazione e trattamento della ghisa e dell’acciaio;
- rifusione, getto, finitura di manufatti in ghisa o acciaio.
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