Sono i dati del primo studio di fase III a dirlo: l’immunoterapia attraverso la combinazione di due farmaci, somministrata in prima linea ai pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno arruolati nel trial CheckMate-743, ha dato risultati di gran lunga migliori della sola chemioterapia.
I risultati sono stati presentati da P. B., a capo del Dipartimento di Oncologia Toracica presso il Netherlands Cancer Institute di Amsterdam, durante il Presidential Symposium virtuale della Conferenza Mondiale sul Tumore del Polmone (2020 World Conference on Lung Cancer – Abstract #3).
Lo studio CheckMate-743
CheckMate-743 è un trial clinico di fase III che ha coinvolto 605 pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno. Il trial ha testato la performance della combinazione di due farmaci utilizzati in immunoterapia rispetto alla cura di protocollo (chemioterapia).
I trial clinici di fase III caratterizzano la fase finale e più estensiva per la verifica dell’efficacia terapeutica e della tollerabilità di un farmaco prima della richiesta della sua approvazione e messa in commercio.
CheckMate-743 è uno studio ‘randomizzato’, nel quale cioè i pazienti sono stati assegnati casualmente o al gruppo trattato con i farmaci immunoterapici (303 pazienti) o a quello cui è stata somministrata la terapia standard chemioterapica.
I risultati dello studio
I risultati del trial CheckMate-743 per il trattamento di prima linea del mesotelioma pleurico maligno hanno mostrato un incremento significativo della sopravvivenza globale sia per il mesotelioma epitelioide che non epitelioide rispetto alla chemioterapia standard.
Particolarmente buoni gli effetti dei farmaci immunoterapici nei pazienti affetti da mesotelioma non epitelioide, con la sopravvivenza globale media quasi raddoppiata.
- 18.7 (immunoterapia) vs. 16.5 mesi (chemioterapia) per i pazienti con mesotelioma epitelioide.
- 18.1 (immunoterapia) vs. 8.8 mesi (chemioterapia) per i pazienti con mesotelioma non epitelioide.
Immunoterapia per il Mesotelioma Pleurico: i farmaci in sperimentazione
I due farmaci immunoterapici impiegati in combinazione agiscono in modo mirato per distruggere le cellule tumorali attraverso due checkpoint immunitari, rispettivamente PD-1 e CTLA-4.
Mentre il primo ristabilisce la funzione immunitaria nel microambiente del tumore, l’altro modula i tassi di proliferazione dei linfociti T, permettendo in più una risposta immunitaria a lungo termine.
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Crediti immagine: foto di Chokniti Khongchum da Pixabay. Modificata (ritagliata). Concessa con la stessa licenza di origine. Immagine di repertorio.
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