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Ferroviere deceduto di mesotelioma pleurico. Risarcimento alla famiglia

Il Tribunale di Cosenza ha stabilito, in promo grado, il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali nonché del danno parentale in favore dei familiari di un ex ferroviere delle Ferrovie della Calabria, esposto ad amianto, e deceduto a causa di un mesotelioma pleurico.

L’uomo aveva lavorato alle dipendenze dell’azienda per circa trent’anni svolgendo la propria attività in locali privi di adeguati sistemi di aerazione, senza che gli fossero forniti dispositivi di protezione individuale atti a prevenire il rischio e senza essere informato della presenza e della pericolosità del contatto con il materiale cancerogeno.

Come accertato dalla CTU del Tribunale (Consulenza Tecnica d’Ufficio) l’uomo avrebbe non solo svolto attività a contatto con materiali contenenti amianto friabile ma anche servizi di manutenzione di coperture in cemento-amianto con interventi di foratura e taglio.

Questi certamente avevano comportato l’emissione di fibre aero-disperse, le più pericolose a causa della facile inalazione per via aerea.

Il lavoro all’interno delle carrozze ferroviarie sarebbe stato estremamente pericoloso poiché, prima dell’entrata in vigore della Legge 257 nel 1992, molta componentistica, come per le carrozze delle ex Ferrovie dello Stato, presentava parti e rivestimenti in amianto: nei pannelli di isolamento, nei quadri elettrici, negli arredi, a isolamento delle condotte, sotto ai pavimenti, nelle guarnizioni.

Nel 2008 il lavoratore, con moglie e padre di tre figli, aveva ricevuto la diagnosi del mesotelioma pleurico di tipo epitelioide che l’avrebbe condotto alla morte dopo 7 anni ed essere stato sottoposto a cure e ad un intervento chirurgico. Nel frattempo Inail aveva riconoscituo al lavoratore la malattia professionale.

Dopo 3 anni dal decesso la famiglia aveva chiamato in giudizio le Ferrovie della Calabria, riconosciute responsabili dal Tribunale di Cosenza per l’omissione di tutele di sicurezza (ex art. 2087 del Codice di procedura Civile).

La sentenza ha stabilito un risarcimento di circa 170.000 euro a titolo di danno biologico iure hereditatis e 160.000 euro per danno da perdita parentale iure proprio a ciascuno degli eredi.

Fonti e rassegna stampa

La notizia è stata diffusa da alcune testate giornalistiche online. Per un approfondimento si leggano in particolare l’articolo di V. B. del 5 dicembre 2022 su icalabresi.it e quello della redazione di Cosenza Channel del 7 dicembre 2022.

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Crediti immagine: foto di Chait Goli da Pexels. Modificata (ritagliata e ridimensionata). Concessa in uso con licenza originaria. Immagine di repertorio non attinente ai fatti.

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