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Chemioterapia di seconda linea per il mesotelioma pleurico: i risultati della sperimentazione confermano i benefici

Risultati di uno studio di fase 2, presentati al meeting annuale 2021 dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO 2021), hanno mostrato i benefici di un chemioterapico ad azione antimitotica somministrato in seconda linea a pazienti affetti da mesotelioma pleurico maligno che avevano avuto una recidiva dopo il trattamento di prima linea.

I risultati del trial di fase 2 sono stati presentati dai ricercatori dell’Università di Leicester (primo autore: D. F.) al meeting annuale nella sessione dedicata al tumore del polmone e ai tumori toracici.

Nonostante il farmaco fosse già in uso nella pratica clinica, i risultati provvisori dello studio sembrerebbero confermare la sua efficacia.

La sperimentazione ed i risultati

I ricercatori hanno condotto la sperimentazione fra il 2016 ed il 2018 su 154 pazienti distribuiti, in modo casuale, in due gruppi.

Il primo gruppo è stato trattato solamente con cura di supporto, l’altro anche con una somministrazione regolare del farmaco antimitotico, un antineoplastico della famiglia degli alcaloidi della vinca.

Tutti i pazienti avevano ricevuto in prima linea il trattamento chemioterapico standard per la patologia ma purtroppo avevano manifestato progressione di malattia.

I risultati hanno mostrato il profilo di sicurezza del farmaco. Ma soprattutto il gruppo cui è stato somministrato il farmaco ha soddisfatto l’endpoint primario della sperimentazione ovvero il tasso di sopravvivenza media libera da progressione.

La sopravvivenza media libera da progressione è il lasso di tempo nel quale una persona malata di neoplasia continua ad avere la malattia senza che essa abbia peggioramenti.

Nello studio di fase 2 dei ricercatori dell’Università di Leicester essa è risultata pari a 4.2 mesi nei pazienti trattati col farmaco in seconda linea contro i 2.8 mesi del gruppo cui non era stato somministrato.

Altri risultati che hanno rivelato i benefici del trattamento:

  • sopravvivenza globale media di 9.3 mesi vs 9.1 mesi;
  • tasso di malattia stabile 62.2% vs 46.4%;
  • durata media della risposta al trattamento 7.2 mesi vs 4.2 mesi.

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Crediti immagine: foto di Chokniti Khongchum da Pexels. Imagine di repertorio. Modificata (ritagliata e ridimensionata). Concessa con licenza originaria. Immagine di repertorio che rappresenta un ricercatore al lavoro.

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