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Broncopneumopatia cronica ostruttiva occupazionale: una patologia sottostimata

Il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale ha recentemente pubblicato un opuscolo informativo (aprile, 2023) dal titolo “Broncopneumopatia cronica ostruttiva occupazionale” che fa il punto sui fattori di rischio, la diffusione e l’impatto dell’esposizione professionale nell’insorgenza della malattia.

La broncopneumopatia è “una condizione eterogenea del polmone caratterizzata da sintomi cronici respiratori (dispnea, tosse, produzione di espettorato) dovuti ad anormalità delle vie aeree (bronchiti, bronchioliti), e/o alveolari (enfisema) che causano persistenti e spesso progressive ostruzioni delle stesse”.

La malattia è stata rilevata fin dal diciannovesimo secolo in lavoratori esposti a polveri.

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Si tratta di una patologia a lunga latenza che si manifesta progressivamente, inizialmente con sintomi anche lievi e sottostimabili (soprattutto prima dei 40 anni) ma che, sul lungo periodo, può incidere sulla capacità respiratoria fino a condurre al decesso.

I fattori di rischio per la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)

La broncopneumopatia cronica ostruttiva presenta fattori di rischio che possono dipendere da caratteristiche genetici e/o legati alla suscettibilità individuale, non modificabili.

Fra i fattori modificabili invece rientrano i rischi causati da comportamenti voluttuari, fattori occupazionali e/o ambientali.

Fra questi in particolare vi sono:

  • l’esposizione a vapori, gas, polveri e fumi identificati dall’acronimo inglese VGDF (vapours, gases, dusts, fumes). Il rischio occupazionale sarebbe sottostimato e pari a circa il 14% dei casi di BPCO (nei non fumatori sarebbe circa il 31%)
  • il fumo di sigaretta (attivo, passivo), che costituirebbe la causa più diffusa di BPCO nella popolazione generale, con una percentuale che oscillerebbe fra il 40% ed il 70%
  • l’inquinamento outdoor e indoor (l’esposizione da combustibili a biomasse)
  • lo stato socio-economico di povertà, la malnutrizione e le infezioni polmonari (di origine virale, batterica o fungina)

La broncopneumopatia cronica ostruttiva rappresenta la terza causa di morte a livello mondiale. Si stimano, entro il 2030,  circa 4.5 milioni di decessi l’anno.

Per l’Italia, i dati ISTAT 2019, registrano che il 5.6% della popolazione si è ammalata di BPCO, patologia che sarebbe stata la causa del 55% dei decessi per malattie respiratorie.

Le denunce di malattia professionale per la broncopneumopatia cronica ostruttiva non è frequente e ha riguardato, nel 2019, circa il 10% dei casi. Ciò è per lo più dovuto a due fattori:

  • assenza di indicatori per differenziare la BPCO occupazionale da quella correlata al fumo di sigaretta
  • la scarsa conoscenza delle malattie professionali da parte dei medici che effettuano la diagnosi di BPCO.

Esposizioni occupazionali associate allo sviluppo di BPCO. Elenco per sostanza fattore di rischio (causa certa o probabile)

Asbesto (causa probabile)

  • Lavoratori edili

Cadmio (causa probabile)

  • Saldatori, addetti alla produzione e smaltimento delle batterie, verniciatori, addetti alla produzione di plastiche

Carbone (causa certa)

  • Inquinamento indoor soprattutto nei Paesi a medio e basso reddito

Cemento (causa probabile)

  • Lavoratori edili

Cotone (causa probabile)

  • Lavoratori agricoli e tessili

Endotossine (causa probabile)

  • Lavoratori agricoli e tessili

Fumi di saldatura (causa probabile)

  • Saldatori

Fumo passivo (causa probabile)

  • Lavoratori in tutti i comparti

Idrocarburi policiclici aromatici (causa probabile)

  • Asfaltatori
  • Minatori

Isocianati e fibre vetrose (causa probabile)

  • Lavoratori edili
  • Verniciatori

Legno (causa certa)

  • Inquinamento indoor soprattutto nei Paesi a medio e basso reddito

Metalli: vanadio, ferro, cromo (causa probabile)

  • Lavoratori delle costruzioni e delle fonderie
  • Lavorazioni meccaniche di riparazione

Pesticidi (causa certa)

  • Lavoratori agricoli

Polveri delle cartiere (causa probabile)

  • Lavoratori nell’ambito della produzione della carta

Polvere di carbone (causa certa)

  • Lavoratori nelle miniere di carbone e nelle cokerie

Polveri di farina (causa probabile)

  • Lavoratori nel comparto della panificazione

Polveri di legno (causa probabile)

  • Lavoratori nel campo della falegnameria

Silice (causa certa)

  • Lavoratori edili, sabbiatori
  • Lavoratori nelle miniere, nelle cave di granito e nei tunnel, lavoratori dell’ardesia e delle ceramiche, stampatori, lavoratori del ferro e del carburo di silicio, minatori e scultori

Sostanze irritanti: fumi di sostanze azotate, ossidi di zolfo, detergenti a base di cloro (causa probabile)

  • Addetti alle pulizie
  • Lavoratori della sanità

Causa certa: esiste una forte associazione tra esposizione a queste sostanze e sviluppo di BPCO.
Causa probabile: si raccomanda di ridurre l’esposizione a queste sostanze, applicando il principio di precauzione.

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Crediti immagine: foto di Anna Shvets da Pexels. Modificata (ritagliata). Concessa con la stessa licenza originaria. Immagine di repertorio.

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