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Amianto alla Raffineria di Gela. Si ricorrerà in Cassazione

La Procura, insieme al legale di alcuni ex lavoratori esposti, ha impugnato la sentenza della Corte di Appello di Caltanissetta che aveva dichiarato prescritte le presunte irregolarità nella gestione dell’amianto e dei rifiuti pericolosi stoccati nella vasca 4 degli impianti ENI della Raffineria di Gela.

I giudici nisseni infatti avevano fatto risalire la prescrizione al giorno prima della sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Gela che aveva condannato a quattro mesi alcuni dirigenti della Raffineria.

Era così decaduto il diritto dei lavoratori esposti e delle parti civili ad eventuali risarcimenti.

L’impugnazione in Cassazione della sentenza che ha prescritto i reati confermati in primo grado

Il ricorso in Cassazione verterà principalmente sulla definizione dei termini della prescrizione visto che la sentenza di secondo grado non ha contraddetto il merito delle condanne comminate in primo grado.

La Corte territoriale ha infatti individuato il termine in cui è maturata la prescrizione proprio poco prima dell’emissione della sentenza di primo grado (il giorno prima).

Per i legali della difesa degli imputati tuttavia tutte le procedure di sicurezza sono state rispettate e le richieste di autorizzazione, e il conseguente via libera alle operazioni per lo stoccaggio di materiali pericolosi, correttamente espletate.

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Fonti e Rassegna Stampa

Per approfondimenti si vedano gli articoli di A. B. su castelloincantato.it del 7 settembre 2020 e quello di R. C. su quotidianodigela.it del 5 settembre 2020.

Crediti immagine: foto di Civa61, da Wikipedia, concessa con licenza CC BY-SA. Modificata. Ritagliata. Concessa in uso con la stessa licenza.

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