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Amianto killer: risarcimento INAIL per la morte di un ex macchinista ferroviario

Il Tribunale di Teramo ha emesso una sentenza in favore dei familiari di un ex macchinista ferroviario, deceduto a seguito di una grave malattia asbesto-correlata, un adenocarcinoma polmonare, condannando INAIL al pagamento di 150mila euro.

L’importo comprende rate arretrate, rendita di reversibilità e contributi aggiuntivi del Fondo Vittime Amianto ed è destinato alle eredi del lavoratore.

Il quadro dei fatti: una carriera tra le locomotive e l’amianto

Nato in provincia di Teramo, l’uomo ha lavorato per oltre 25 anni come macchinista presso diverse sedi delle Ferrovie dello Stato.

Durante tale periodo, le locomotive erano coibentate con amianto per prevenire incendi.

Tuttavia, il materiale rilasciava polveri e fibre, contaminando l’ambiente circostante e costituendo un rischio costante per il personale.

Questo contesto di esposizione continua è stato confermato dalle perizie tecniche, che hanno messo in evidenza la mancata protezione del lavoratore dal pericoloso cancerogeno.

Diagnosi e primo rigetto dell’INAIL

Al lavoratore fu diagnosticato un adenocarcinoma polmonare nel 2010.

Quell’anno presentò domanda di riconoscimento della malattia come di origine professionale, ma la richiesta venne respinta da INAIL, che attribuì la malattia esclusivamente alla sua abitudine al fumo.

Tale decisione portò i familiari, una volta deceduto il lavoratore, a intraprendere un’azione legale contro l’istituto previdenziale.

Il procedimento giudiziario e la pronuncia del Tribunale di Teramo

Nel 2020 i familiari presentarono ricorso presso il Tribunale di Teramo.

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Dalle indagini condotte durante il processo, è emerso che le locomotive, nel periodo in cui il lavoratore operava come macchinista e svolgeva anche attività di manutenzione, erano frequentemente trattate con amianto.

La perizia del consulente tecnico d’ufficio (CTU) ha confermato il nesso causale tra l’esposizione prolungata alla fibra e la patologia contratta.

La decisione: risarcimento e riconoscimento della correlazione amianto-patologia

Il tribunale ha riconosciuto la correlazione tra la malattia polmonare e l’esposizione professionale all’amianto, stabilendo il diritto degli alla rendita e ai benefici previsti dal Fondo Vittime Amianto.

Il risarcimento complessivo, pari a 150mila euro, è stato disposto in favore delle eredi per rate arretrate, rendita di reversibilità e le maggiorazioni riservate alle vittime dell’amianto, con un risarcimento assegnato equamente alla vedova e alla figlia.

Il contesto: l’amianto nelle ferrovie e il rischio per i lavoratori

Secondo il VII Rapporto ReNaM dell’INAIL, circa 696 casi di mesotelioma sono stati rilevati nel comparto ferroviario, di cui 86 tra i macchinisti, oltre a numerose altre patologie correlate all’amianto come il cancro del polmone e l’asbestosi.

Mesotelioma e vittime amianto nelle ferrovie

Il VII rapporto nazionale ReNaM (Registro Nazionale dei Mesoteliomi) ha censito 696 casi di mesotelioma tra i dipendenti delle ferrovie fino al 2018. In totale, i decessi per malattie legate all’amianto nelle ferrovie in Italia sono oltre 4.000.

Mansioni e incidenza mesotelioma nella categoria “Trasporti terrestri e aerei” fra il 1993 ed il 2018

Usa il pulsante in alto a destra per copiare il codice di embed e utilizza liberamente il grafico sul tuo sito web! Infografica a cura di Risarcimento Malattie Professionali. Fonte dei dati: VII Rapporto ReNaM a cura di Inail, dicembre 2021, rilevazione 1993-2018.
  • Camionista: 131 casi
  • Autotrasportatore: 59 casi
  • Macchinista ferroviario: 51 casi
  • Meccanico manutentore: 40 casi
  • Autista: 37 casi
  • Elettricista: 22 casi
  • Macchinista di locomotiva: 18 casi
  • Capo treno ferroviario: 17 casi
  • Magazziniere: 15 casi
  • Manovratore di scambi: 15 casi
  • Conduttori di locomotive: 14 casi
  • Cantoniere ferroviario: 14 casi
  • Trasportatore (camionista): 14 casi
  • Impiegati di ufficio: 13 casi
  • Facchini e addetti allo spostamento merci: 13 casi
  • Aiuto macchinista (ferroviario): 12 casi
  • Facchino: 11 casi
  • Addetto al carico e scarico di merci: 11 casi
  • Meccanico riparatore d’auto: 10 casi
  • Meccanico alla manutenzione: 10 casi
  • Conducente di autobus: 10 casi
  • Manovali e altro personale non qualificato delle attività industriali e assimilati: 10 casi
  • Deviatore di scambi ferroviari: 9 casi
  • Capo stazione ferroviaria: 8 casi
  • Artigiani, operai specializzati e agricoltori: 7 casi
  • Carpentiere ferroviario in ferro: 7 casi
  • Riparatore di autoveicoli: 7 casi
  • Fuochista di locomotiva: 7 casi
  • Casellante ferroviario: 6 casi
  • Falegname: 6 casi
  • Agganciatore di carri ferroviari: 6 casi
  • Altri conduttori di locomotive, altri manovratori di veicoli su rotaie e assimilati: 6 casi
  • Manovale pulitore: 6 casi
  • Addetto controllo movimento merci: 5 casi
  • Controllore viaggiante (ferrovie e tranvie): 5 casi
  • Spedizioniere: 5 casi
  • Saldatore: 5 casi
  • Aggiustatore meccanico: 5 casi
  • Altri meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse mobili (esclusi gli addetti alle linee di montaggio industriale): 5 casi
  • Capo macchinista ferroviario: 5 casi
  • Frenatori, segnalatori e agenti di manovra: 5 casi
  • Guardafreni (ferrovie): 5 casi
  • Verificatore di carri ferroviari: 5 casi
  • Conducente di taxi: 5 casi
  • Trasportatore: 5 casi

Casi totali nel settore dei trasporti terrestri e aerei dal 1993 al 2018: 852 (3.9%).

Fonti e rassegna stampa

La notizia è stata diffusa da numerosi portali di notizie online. Per un approfondimento si consiglia di leggere in particolare l’articolo della Redazione di iltrafiletto.it del 25 ottobre 2024 e l’articolo della Redazione di chietitoday.it del 26 ottobre 2024.

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Crediti immagine di copertina: foto di Kelly da Pexels. Modificata (ritagliata e ridimensionata). Concessa in uso con licenza originaria Pexels. Immagine di repertorio non attinente ai fatti riportati nell’articolo.

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