Il giudice del lavoro di Arezzo ha respinto la richiesta di risarcimento dei familiari di un ex lavoratore della Sacfem di Arezzo, esposto ad amianto negli stabilimenti dell’ex Fabbricone, dove ebbe sede il reparto delle lavorazioni e costruzioni ferroviarie, e poi deceduto di neoplasia.

La sentenza ha stabilito che a causare la morte del lavoratore non sarebbe stato un mesotelioma pleurico ma, secondo la consulenza tecnica d’ufficio, un tumore della vescica, malattia non collegata dalla letteratura scientifica all’esposizione all’amianto.
Per di più il lavoratore neppure sarebbe stato affetto da mesotelioma pleurico, come testimoniato dalla documentazione medica, che invece attesterebbe che l’uomo fosse ammalato di asbestosi pleuro-polmonare da esposizione professionale ad amianto
.
Il tumore della vescica di origine professionale
Secondo le tabelle allegate al Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 10 giugno 2014 il tumore della vescica è ad elevata probabilità di origine professionale per esposizione:
- nell’ambito della produzione dell’alluminio;
- ad ammine aromatiche;
- ad arsenico e composti;
- nell’ambito della produzione dell’auramina;
- nell’industria della gomma;
- per esposizione ad idrocarburi policiclici aromatici;
- nell’ambito della produzione alla magenta;
- per esposizione a radiazioni ionizzanti;
- nel contesto dell’attività di parrucchieri e barbieri;
- fra i verniciatori.
Non esiste evidenza scientifica del nesso causale fra esposizione ad amianto e tumore della vescica.
Fonti e rassegna stampa
La notizia è stata diffusa da alcune testate giornalistiche online. Per approfondimenti si leggano in particolare gli articoli di L. S. sul Corriere di Arezzo e di responsabilecivile.it del 3 novembre 2021.
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