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Amianto nelle centrali elettriche: risarcimento per la figlia di una donna che contrasse il mesotelioma

Ultimo aggiornamento di Redazione il

Il Tribunale di Roma ha stabilito in primo grado che spetta un risarcimento di circa 130mila euro a favore della figlia di una lavoratrice delle centrali elettriche di Serrazzano e Larderello (Pisa) deceduta a causa di un mesotelioma di tipo epitelioide.

La donna aveva lavorato per circa 14 anni (dal 1969 al 1983) come addetta alle pulizie nei locali macchine, dei trasformatori di vapore e energia, delle turbine. Aveva inoltre svolto le mansioni di lavaggio delle tute sporche dei lavoratori della centrale e infine di imballatrice, dattilografa e segretaria.

L’amianto sarebbe inoltre stato presente, nei magazzini, nella mensa, a coibentazione dei forni.

In questo contesto, secondo il Tribunale, sarebbe venuta a contatto e avrebbe inalato polveri di asbesto che avrebbero in seguito causato la patologia (il mesotelioma è una neoplasia della pleura, il rivestimento polmonare, a lunghissima latenza, potendo insorgere anche a distanza di decenni).

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La diagnosi della malattia era arrivata nel 2017, a distanza di 26 anni dal pensionamento, causando la morte della lavoratrice in pochi mesi.

Fonti e rassegna stampa

La notizia è stata diffusa da numerosi portali di notizie online. Per un approfondimento si possono leggere in particolare gli articoli della redazione di Prima Pagina News e di quella di La Nazione del 24 gennaio 2024.

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Crediti immagine: foto di Mikhail Nilov da Pexels. Modificata (ritagliata e ridimensionata). Concessa in uso con licenza originaria. Immagine di repertorio non attinente ai fatti descritti nell’articolo.

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